Dal prossimo anno scolastico 2025-2026, con l’ultima , il divieto di utilizzare i telefoni cellulari in classe sarà esteso a tutte le scuole di ogni ordine e grado, incluse le scuole secondarie di secondo grado. Una misura che, a prima vista, può sembrare restrittiva o punitiva, ma che, se letta in un’ottica più ampia, può diventare uno stimolo positivo per il mondo della scuola. Il provvedimento nasce dall’esigenza di contrastare gli effetti negativi di un uso eccessivo o inappropriato degli smartphone sugli studenti: difficoltà di concentrazione, riduzione delle interazioni sociali, disturbi del sonno, calo del rendimento scolastico. Tuttavia, più che un semplice “divieto”, possiamo interpretarlo come un invito a rimettere al centro la qualità dell’insegnamento e l’organizzazione della didattica. La scuola è chiamata oggi a rispondere a una sfida importante: strutturare percorsi didattici più coinvolgenti e ben programmati, dove non sia necessario “tamponare” l’attenzione degli studenti ricorrendo ai cellulari. È l’occasione per valorizzare la progettazione didattica, il lavoro collaborativo tra docenti, l’uso consapevole e mirato delle tecnologie a disposizione, come tablet, PC, LIM e ambienti digitali di apprendimento. Il divieto, infatti, non riguarda l’uso di dispositivi digitali in generale. PC, tablet e lavagne interattive restano strumenti preziosi per l’innovazione didattica, purché impiegati secondo il progetto formativo dell’istituto. Ma affinché non si ricorra comunque allo smartphone per “mancanza di alternative”, è fondamentale che le scuole si attrezzino e garantiscano adeguati strumenti tecnologici e ambienti digitali funzionali, accessibili e ben integrati nella pratica quotidiana. Il provvedimento invita inoltre a rivedere regolamenti scolastici e Patti Educativi di Corresponsabilità, affinché l’intera comunità educante – docenti, studenti e famiglie – sia coinvolta nel promuovere comportamenti responsabili e consapevoli. In questo senso, l’Educazione Civica gioca un ruolo centrale: insegnare a usare la tecnologia non solo come strumento, ma come parte integrante della cittadinanza digitale. Questa circolare, al di là delle polemiche, può rappresentare un punto di partenza per riflettere sul modello di scuola che vogliamo: una scuola che non bandisce la tecnologia, ma che la governa con criterio, dove i docenti siano messi in condizione di pianificare e insegnare con strumenti adeguati, e dove agli studenti venga insegnato il valore della concentrazione, del rispetto e del tempo scolastico condiviso. prof. Alessandro Ruffino
circolare n. 3392 del 16 giugno 2025 del Ministro Valditara
Pianificare meglio, improvvisare meno
Le scuole devono fare la loro parte
Un patto educativo rinnovato
Una scuola più consapevole, non più rigida